PARTIRE… è un po morire

 << Pensare che una separazione potesse avvenire così all’improvviso mi rattristò…
Quando R. la sera prima di separarci mi disse:
"DOPOTUTTO SIAMO ANCORA DUE ESTRANEI, DOPO ESSERCI
SALUTATI ALL’AEROPORTO POTREMMO ANCHE NON VEDERCI MAI PIU’"
avevo pensato che fosse solo l’insicurezza di un uomo innamorato,
ma ricordo bene che la sua espressione era terribilmente seria.
E capii che era proprio di questo che parlava…
Questo qualcosa di repentino, questo indefinito senso di assenza,
che può accadere tra le persone in qualsiasi momento. >>
 
Sakumi
da Amrita (Banana Yoshimoto)
 
Che ci si saluti con un semplice "Ciao", con un "Addio", con un "A presto"…
in fondo non fa molta differenza,
partire è un po’ morire, seminando in ogni addio un po’ della nostra anima.
 
io ho sempre vissuto così ogni saluto e ogni partenza,
con la netta e intensa sensazione addosso,
che potesse essere L’ULTIMA VOLTA che incrociavo quello sguardo,
o che vedevo quel luogo, o che assaporavo quella sensazione…
 
ecco perchè i miei occhi si caricano inevitabilmente di malinconia durante i miei perpetui spostamenti.
 

4 risposte a “PARTIRE… è un po morire

  1. è sempre un ADDIO,… sensazioni percezioni colori sapori odori non sono e saranno mai uguali…simili,se vuoi,per poter riconoscere un qualcosa d nostro… è un ADDIO all\’attimo che non chiude la porta al futuro ma è uno standby nell\’attesa di scoprire la novità…distorta percezione dei miei stessi pensieri.

  2. e io non sono mai pronta a questi piccoli, eterni, temporanei o definitivi… ADDIO. 🙂 a volte è la mia stessa libertà a farmi soffrire… paradosso di una libellula.

  3. in "quasi" sintonia con cami… è che talvolta ci concentriamo troppo a concettualizzare i momenti, fino a farli diventare un\’esasperazione dei momenti stessi: perchè poi alla fine diciamo addio se invece le persone che salutiamo vogliamo rivederle e i posti vogliamo riviverli?perchè vediamo le partenze come una fine anzichè come un "normale" proseguimento di quello che facciamo? la bellezza delle partenze talvolta sta proprio nei ritorni che maldigeriamo fino alla partenza successiva.in quegli addii così sofferti spesso ci perdiamo l\’essenza stessa del "saluto" che dovrebbe essere sempre una gioia: ovvero l\’allontanarsi da qualcuno o qualcosa ma arricchiti di sensazioni, emozioni, parole, momenti, sguardi, contatti, sapori e odori…partire non è (sempre) morire, sennò la ricchezza che ci portiamo dietro alla fine di ogni viaggio cos\’è?vi voglio bene, a tanti chilometri di distanza…+1 😉

  4. si ok.. siamo tutte d\’accordo sulla bellezza del partire senza sapere se ci sarà un ritorno o meno, assaporando l\’essenza del "momento"… (d\’altronde la MALINCONIA non è un sentimento negativo.. ma un misto di gioia e dolore no?)quello che per me è struggente.. che mi coglie sempre impreparata.. è l\’IMPREVEDIBILITA\’…"questo indefinito senso di assenza, che può accadere tra le persone in qualsiasi momento.":(

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